Lia ha sette anni e nell’armadio un vestito bagnato color albicocca. Sente la macchina sulla ghiaia del cortile e corre in cucina ad aiutare la mamma a ritirare la spesa.
“Ma quanto è brava la mia bambina?”
Lei arrossisce, chiude gli occhi macchiati di cioccolato, sistema lo zucchero sullo scaffale e non parla.
“Domani è la tua festa. Sei contenta?”
Lei sorride, fa sì con la testa ma non dice niente perché sa che se non sta attenta i segreti le scappano fuori di bocca.
Lia ha sette anni e non sa come si tolgono le macchie di cioccolato dai vestiti nuovi color albicocca.
“Sei silenziosa, stasera. Va tutto bene?”
Lei dice di sì, ma non è vero perché il vestito albicocca doveva rimanere ancora un giorno nell’armadio, asciutto e senza macchie color cioccolato.
“Dai, vai a lavarti le mani che si cena!”
Lia ubbidisce, apre il rubinetto e vede di nuovo la macchia diluirsi nell’acqua, virare al beige e come gli acquerelli allargarsi sul color albicocca del vestito.
Lia ha sette anni ancora per un giorno e a cena dice alla mamma che il giorno dopo metterà il vestito nuovo colore del cielo.
“Sei sicura? È così bello quello color albicocca.”
Lei rivede il sorriso della sua amica Marta quel pomeriggio quando l’ha vista e pensa che la mamma abbia ragione. Ma quello era prima del gelato al cioccolato.
“Comunque decidi tu! È la tua festa!”
Lei risponde che ha già deciso. È l’altro il suo preferito. Quello color del cielo, dice. Quello asciutto senza macchia colore cioccolato, pensa.
Lia ha otto anni, nell’armadio un vestito umido color albicocca e negli occhi aperti una macchia color cioccolato che la accompagna tutta la notte del suo compleanno.