Elisa gli venne incontro saltellando.
Silvestro era sorpreso dalla sua eccitazione.
-L’ho trovato. Guarda. L’ho trovato. “Ad ogni viaggio il suo libro”. Lo diceva sempre nonno Guglielmo.
-E come mai proprio questo?
-Mago, mi deludi. Ora sei tu che hai bisogno di conoscere i perché in anticipo?
A Silvestro scappava da ridere. Era proprio diventata una bambina impertinente.
-Andiamo, che la notte non aspetta.
-Ma dove siamo diretti?
Silvestro sorrise e rispose facendo un cenno con il mento in direzione del libro.
Erano dentro al buio silenzio ormai da diversi passi quando Elisa aveva tirato d’improvviso fuori dalla tasca una piccola torcia, di quelle che si sistemano con l’elastico sulla fronte, poi si era accucciata e aveva aperto il libro.
Altramè corri più forte
Altramè non ce la faccio
Altramè viene la morte
Altramè ci prende in braccio
Questa notte è troppo azzurra
Le sue ombre sono vive
Senti il vento che sussurra
Le fatine son cattive
-Cosa fai? – le chiese Silvestro.
-Leggo. Non lo vedi, Mago?
“Hai una luce sulla fronte” avrebbe voluto risponderle. Era parecchio infastidito. Il buio non era più buio. E tutto questo non era previsto. Continuò in silenzio a camminare lasciandosi Elisa e la sua luce alle spalle.
Lei lo riprese dopo poco e lo superò di corsa.
Ma non ci volle molto perché ancora fosse ferma. E di nuovo tornasse la luce.
Ma non ci hanno ancora viste
Le lucine son lontane
Senti il vento come è triste
Le tue mani sono strane
-Perché leggi?- le chiese allora Silvestro dopo averla raggiunta.
-Che domande. Perché mi piace. E poi le parole mi fanno compagnia, in questo buio. Un po’ come i pensieri, per certi versi. Fastidiosi, ma di compagnia.
Silvestro si ricordò solo allora perché erano lì quella notte.
-Ora i tuoi pensieri, però, sono spenti- le disse -li intravedo appena.
-Lo so. Quando leggo non penso. Quando leggo ci sono solo le parole.
E ributtò la luce ad illuminare le pagine.
-Interessante, questo. Molto interessante- Silvestro rispose lisciandosi il pizzetto arancione.
Di noi due chi è la più bella
Il pericolo è vicino
Di noi due chi è la sorella
Chiederemo all’assassino
Il click della torcia li rituffò nel buio mentre l’inquietudine di Silvestro cresceva. I pensieri di Elisa erano muti. E forse era lui ora a sentirsi un po’ solo.
Camminarono ancora un po’ finchè Silvestro si decise a proporle:
-Leggeresti ad alta voce?
-Non l’ho mai fatto. Quella della lettura è sempre stata una faccenda privata tra me e le
pagine del libro.
Elisa era perplessa ma riaccese la torcia e cominciò a recitare leggendo lentamente:
Questa notte non finisce
Luna madre non mi vede
Il mio cuore non capisce
Che succede?
Silvestro si era avvicinato e le si era accucciato a fianco. Le parole sulla pagina si accendevano come lucciole azzurre mentre lui sottovoce accompagnava la lettura di Elisa:
Altramè lasciami stare!
Altramè che cosa fai?
Altramè non mi toccare!
Ma chi sei? Chi sei?
(La poesia è LE DUE SORELLE; tratta da “RIME BUIE” di Bruno Tognolini. Che è un libro tutto da leggere, da guardare e da vivere).
Bello, Carol, bello. Mi piace. E sai che sono un criticone.
Ma grazie!